“Uomini ci ceppo superiore erano pure abituati a consegnarsi alle dispersive perturbazioni che genera questa polvere fine. In qualche modo un calciatore è un’eccezione nella fila di depravati sublimi, e di conseguenza intoccabili, che abbondano sulla terra. E che sia Diego l’eccezione è quasi giusto. Ho inventato dopo averci riflettuto, il termine iperbolico “prestipedatorio” per la sua capacità di usare
piedi come fossero mani. Di fronte a lui mi sono esaltato. Per me Diego Maradona era Baudelaire, poeta sublime. Di fronte a tanto genio, io componevo e balbettavo versi appena mediocri. Effettivamente i napoletani hanno adottato Diego Armando
ed hanno apprezzato le sue follie come segni della sua natura di superuomo. Così, l’ineffabile Nietzsche tornò a mostrarsi attraverso l’esaltazione del pubblico sportivo. Diego Armando era totem e redentore, simbolo e sovrano”. (Gianni Brera)